CLICK HERE FOR THOUSANDS OF FREE BLOGGER TEMPLATES »

giovedì 30 ottobre 2008

Nikola Tesla

Sono venuta a conoscenza di questo genio grazie al film "The Prestige", ma la puntata di Voyager di ieri sera mi ha proprio FULMINATA.
Già intorno al 1900 aveva ipotizzato lo sfruttamento delle fonti di energia rinnovabile (sole, acqua, vento e terra), oltre al cosiddetto "raggio della morte", ideato a scopo di difesa, ma oggi sperimentato come arma bellica.
Nel 2002 c'è stato un tentativo per bloccare questo studio, ma senza successo. Se verrà utilizzato, allora uno stato potrà attaccare il suo nemico semplicemente colpendo la ionosfera sovrastante, causando così cambiamenti climatici disastrosi. Ho deciso di dedicare un post a Nikola Tesla perché (se mai riusciremo) quando sostituiremo l'energia solare al petrolio, il merito sarà tutto suo.
LA VITA
Nikola Tesla: l’uomo che inventò la luce elettrica e il telefono ripetitore, che costruì la prima stazione al mondo di energia idroelettrica, che inventò la radio e tante altre interessantissime cose. È stato pure lo scopritore dell’illuminazione a fluorescenza, della sismologia e di una rete di comunicazione di dati su scala mondiale. Nacque a Smiljan Lika, nell’attuale Croazia, nel 1856, ma emigrò negli Stati Uniti. Dopo un periodo in cui collaborò con T.A. Edison nel suo laboratorio di Menlo Park, lo lasciò in seguito ad un litigio. Anticipò di almeno due anni la telegrafia senza fili, senza però svilupparla. Il sistema delle correnti alternate fu prescelto da Tesla anche per il progetto dello sfruttamento energetico, ceduto alla Westinghouse, della Cascata del Niagara. Ogni possibilità però di celebrare i risultati conseguiti in vita si perse nella confusione creata dalla sua morte, avvenuta a New York il 7 Gennaio 1943, in epoca di guerra. Tutto il suo lavoro fu dichiarato "top secret" dalla FBI, dalla Marina Militare americana e dal Vicepresidente Wallace. Tesla morì come aveva vissuto: solo e nell’anonimato, destinato all’oblio per l’ordine top secret che proibiva di parlare dei suoi lavori. Che cosa aveva potuto causare tutto questo? La rottura con Edison indusse Tesla ad abbandonare la concezione tradizionale dell’elettricità. Si trasferì a Colorado Springs, vicino a Denver, cercando di realizzare una concezione nuova sull’elettricità: comunicare in ogni parte del mondo non usando i fili. Secondo la sua teoria, la terra stessa costituiva un conduttore naturale e poteva essere sfruttata per far viaggiare le onde elettriche inviate da un trasmettitore centrale. Tali onde sarebbero state raccolte da ricevitori posti ovunque nel pianeta.Dato che nessuno gli volle credere, nel 1899 Tesla costruì un trasmettitore che poteva anche fungere da ricevitore. Con questa struttura, piazzata sopra il suo laboratorio, sperava di inviare un’onda elettrica vagante per poi riprenderla. A Colorado Springs tutti gli abitanti potevano osservare l’enorme e strana antenna, alta 60 metri che terminava con un globo di ferro. Molti sono stati i testimoni che videro accendersi 200 lampadine senza collegamento di fili elettrici a 40 Km di distanza. Un esperimento particolare con quell’antenna resterà nella storia di questa civiltà: un fulmine uscì dal globo di ferro in cima all’antenna, crebbe di dimensioni fino a diventare un globo elettrico che mandava verso il cielo lampi scoppiettanti di lunghezza almeno di 50 metri. La zona fu pervasa da rombi di tuono e l’erba assunse il colore di un verde brillante come se ci fosse fosforescenza. Il fatto più traumatico sicuramente fu quello sopportato dagli abitanti, i quali, camminando nelle strade, vedevano sprizzare scintille elettriche che dai loro piedi finivano sul selciato. Dopo tanto spettacolo anche il finanziere J.P. Morgan, convinto del genio inventivo di Tesla, investì ben 150.000 dollari nel progetto della trasmissione d’energia. Perciò Nikola Tesla si trasferì a New York e cominciò la costruzione della prima torre per le comunicazioni a Long Island: la Wardenclyffe. Questo avveniva nel 1900. L’imponente torre Wardenclyffe, costruita da Tesla a Long Island.Tre anni dopo, quando la Wardenclyffe fu completata, Tesla annunciò un’altra delle sue scoperte: sarebbe bastato dare una potente energia ai suoi trasmettitori per trasformare la litosfera terrestre in un gigantesco portalampade. Bastava in pratica infilare un bastone metallico nel terreno, collegarlo ad un trasformatore, per avere elettricità a volontà. Tesla era dell’opinione che per generare l’energia iniziale fosse sufficiente usare impianti idroelettrici. Nel 1903 il sostenitore Morgan ritirò il finanziamento. A quel punto Tesla fu abbandonato da tutti. Sommerso dai debiti, dovette svendere il laboratorio di Colorado Springs per pochi dollari, tanto che nel 1906 non ebbe più soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti della Wardenclyffe, che rimase vuota. Fu proprio in quel periodo che la vita di Tesla iniziò a rivestirsi di mistero. Nel 1935 cercò di coinvolgere di nuovo il magnate Morgan in un progetto di difesa che impiegava raggi di particelle del tutto simili a quelle che conosciamo oggi tramite i film di "Star Trek". Quando Tesla morì, le sue invenzioni vennero requisite dal governo americano e, molto tempo dopo, restituite al nipote, tranne quelle sul raggio della morte.
TESLA OGGI
Nell’evoluzione tecnologica militare degli Stati Uniti da qualche anno è comparso il progetto HAARP (High Frequency Active Auroral Research Project). Il Pentagono ci sta facendo credere che si tratti di un innocuo esperimento, mentre ci troviamo di fronte ad un’arma che agisce sulla ionosfera con probabili sviluppi indescrivibili per gli esseri viventi.
In breve tempo l’Alaska si è trasformato nell’ultima frontiera di ricerca militare. Le mastodontiche e numerose antenne dislocate a Gakona (Alaska), facenti parte del Progetto HAARP.Il programma HAARP ha portato alla costruzione di un sistema di 360 antenne, alte 23 metri, capaci di trasmettere, con l’obiettivo di migliorare le comunicazioni militari, un "raggio" d’energia ad alta frequenza nella ionosfera. Secondo le indiscrezioni più recenti, quest’arma sarebbe capace di interferire con estese zone dell’atmosfera e quindi, secondo la logica militare, abbattere missili ed aerei e qualche cosa d’altro. Naturalmente non è sfuggito agli alti comandi militari l’utilizzo di una simile tecnologia per abbattere oggetti volanti d’origine extraterrestre, se ciò fosse naturalmente possibile. Pure gli scienziati sovietici si sono dedicati ad una simile ricerca per oltre 25 anni, sino a quando il cambio politico e lo smembramento dell’URSS hanno determinato un fortissimo indebolimento economico, con conseguente privazione dei necessari sostegni finanziari agli istituti d’investigazione.Oltre alla sede di Gakona, ci sono altre installazioni simili, dislocate in varie parti del pianeta. La prima si può localizzare in Arecibo (Porto Rico), la seconda a Fairbanks in Alaska, la terza a Tromso (Norvegia), poi a Pine Bush in Australia ed infine a Steeplebush in Inghilterra. Si è saputo che nell’impianto pilota di Gakona si è in grado di irradiare 1.700.000.000 di Watt in atmosfera. Questo è effettivamente lo sviluppo negativo dell’invenzione di Tesla. Egli odiava la guerra e, a tal proposito, dichiarò: "Non si può abolire la guerra mettendola fuori legge. Non vi si può porre fine disarmando i forti. Ma si può fermarla rendendo tutti i paesi in grado di difendersi. Ho appena scoperto una nuova arma di difesa che, se verrà adottata, trasformerà completamente i rapporti tra le nazioni. Le renderà tutte, grandi e piccole che siano, invulnerabili a qualsiasi attacco proveniente dalla terra, dal mare o dall’aria. Bisognerà, in primo luogo, costruire una grande officina per fabbricare quest’arma, ma quando sarà completata, sarà possibile distruggere uomini e macchine in un raggio di 320 Km."Nel 1934 Tesla descrisse in un articolo un’apparecchiatura simile al laser, affermando: "Questo strumento proietta particelle che possono essere relativamente grandi o microscopiche, che permettono di trasmettere a gran distanza un’energia milioni di volte più forte di quella ottenibile con qualsiasi altro raggio. Così una corrente più sottile di un filo può trasmettere migliaia di cavalli vapore. E nulla le può resistere."

giovedì 16 ottobre 2008

semafori a led

L'altra mattina mi sono accorta che i semafori dell'incrocio davanti a casa mia avevano qualcosa di strano. Erano più...luminosi del solito. Sopratutto la luce verde: era inguardabile, faceva male agli occhi. Ma davvero, eh, lì per lì l'ho chiamata "criptonite". Poi ho scoperto che il Comune ha deciso di sostituire le lampadine dei semafori, che consumano troppa energia, con dei più economici led! Io non ne avevo ancora sentito parlare, ma pare che siano già diffusi un pò ovunque. Finalmente, una scelta intelligente! Anche perchè, oltre a consumare praticamente niente, si vedono BENISSIMO (fidatevi) anche a grande distanza. Forse questo ridurrà anche il numero di incidenti, si spera.
Adesso mancherebbe solo che la smettessero di accendere i lampioni della statale in pieno giorno, che è davvero uno spreco di corrente.

lunedì 6 ottobre 2008

Dal Corriere di oggi

I Paesi europei e i mari del nostro continente, si stanno rivelando più esposti ai cambiamenti climatici, rispetto ad altre aree del pianeta, con serie conseguenze per le zone costiere, la vita marina, la pesca e la salute umana. Lo afferma un rapporto intitolato “Impacts of Europe’s changing climate”, elaborato da studiosi della Commissione europea, dell’Agenzia europea per l’ambiente e dall’Organizzazione mondiale della sanità, e reso di pubblico dominio domenica. Alla compilazione del rapporto hanno contribuito anche scienziati italiani attraverso un settore di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) chiamato Gruppo nazionale di oceanografia operativa, diretto dalla professoressa Nadia Pinardi, con sede a Bologna.
IN EUROPA IL CLIMA AUMENTA DI PIU' - Che l’Europa e l’area Mediterranea in particolare, potessero rappresentare, nella geografia dei mutamenti del clima, una "fascia debole", a causa della posizione di cerniera fra le zone tropicali e le alte latitudini polari, era stato già previsto dagli scenari elaborati negli anni scorsi dal Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici. Ora i timori sono sostanziati dai dati rilevati sia a terra che dallo spazio grazie ai satelliti artificiali. L’aumento delle temperature nell’ultimo secolo è più marcato da noi (ben oltre un grado) che rispetto alla media globale (meno di un grado), fenomeno che viene attribuito alla dilatazione delle fasce tropicali.
IL MARE SI ALZA DI PIU' - Come conseguenza dell’aumento delle temperature, cresce il livello dei mari, sia per effetto della dilatazione termica che per lo scioglimento dei ghiacci polari e montani. Ma anche in questo caso, mentre a livello globale il tasso medio di crescita delle acque risulta di 3,1 millimetro l’anno (in netto aumento rispetto al secolo scorso), in alcuni mari l’anomalia è ancora più marcata. Contrariamente all’opinione comune, infatti, la risalita delle acque non risulta egualmente distribuita su tutti gli oceani della Terra, nonostante che essi siano in comunicazione fisica, ma cambia da zona a zona in funzione delle correnti oceaniche prevalenti e dei variabili effetti della gravità terrestre. Nei mari europei, in particolare, l’incremento del livello è più marcato che altrove, a causa dell’accelerato scioglimento dei ghiacciai del polo Nord e della Groenlandia. Le conseguenze di questi fenomeni, precisa il rapporto, fanno prevedere e già ora indicano un più pesante impatto negativo dei cambiamenti climatici sull’area euro-mediterranea.
GLI EFFETTI - Fra gli effetti a breve termine: l’intensificarsi delle inondazioni in coincidenza dei fenomeni meteorologici avversi come i cicloni, una più marcata esposizione delle coste all’azione erosiva delle onde, la sommersione di vaste aree pianeggianti che giacciono a livello del mare, le infiltrazioni di acque salate nell’entroterra con l’inevitabile inquinamento delle riserve di acqua dolce. Si tratta di avversità che possono essere affrontate con le cosiddette "misure di adattamento", ma che faranno crescere la spesa destinata alle opere civili necessarie per fronteggiarle e alla sanità che sarà chiamata sempre più spesso a intervenire per l’aumento delle malattie cardiovascolari e infettive indotte dai bruschi estremi climatici. Anche la vita animale accusa dei segni di difficile adattamento e di disordine rispetto a questa catena di effetti negativi, sottolinea il rapporto, come è dimostrato dalle anomale migrazioni di molte specie di pesci e di uccelli che cercano le condizioni termiche e ambientali più favorevoli alla loro sopravvivenza. Impatto economico negativo anche per la pesca, che già ora appare in crisi in diverse aree del nostro continente. Tanto che si pensa di dovere cambiare le norme vigenti che regolamentano modalità e tempi di questa fondamentale attività economica. «Il contributo fornito dal nostro Istituto alla migliore conoscenza dell’ambiente marino europeo e delle trasformazioni che esso sta subendo in conseguenza dei cambiamenti climatici - conclude il professor Enzo Boschi, presidente dell’INGV - è la dimostrazione di come la ricerca applicata nel settore geofisico possa dare un utile contributo anche alle attività economiche e sociali».
Franco Foresta Martin

sabato 4 ottobre 2008

Un pianeta a secco

Ma lo sapete quanta acqua è stata consumata per produrre il paio di jeans che state indossando proprio in questo momento? 11 metri cubi, che equivale al volume di un'autocisterna.
Abbiamo bisogno di molta acqua per bere, cucinare, lavarci (sì, è sconvolgente vero? la maggior parte di noi lo fa^^), ma ancora di più per produrre cibo, carta, vestiti, ecc. L'impronta idrica (water footprint) di una persona o di una nazione è definita come il volume totale di acqua usata per produrre i beni e i servizi consumati da quella persona o nazione.
Il nostro pianeta è a secco. Siamo sull'orlo di una crisi globale?
Cresce la domanda di acqua, le riserve di acqua dolce sono sempre più a rischio. Si è previsto un aumento dei fenomeni di siccità, a causa: 1)del cambiamento climatico, 2) della incessante crescita demografica (che richiede acqua per usi igenici, sanitari, alimentari e industriali).
A ogni abitante della Terra deve essere garantità OGNI GIORNO una quantità d'acqua pari a 50 litri. In un anno la quantità MINIMA è----> 1000 metri cubi, cioè due quinti del volume di una piscina olimpionica.
Come fornire l'acqua necessaria senza aumentare il degrado ambientale?

Ahimè...l'acqua è tanta, ma non sempre dove serve. Quindi i governi si devono spicciare. La scelta spetta (purtroppo?) ai politici.
Le carenze idriche si possono prevenire, la crisi idrica mondiale può essere scongiurata. Questo grazie alla tecnologia dei desalinizzatori (già disponibili ma non sfruttati a sufficienza). Ma che altro c'è? Vediamo un pò:
-conservare l'acqua di irrigazione

-aumentare i prezzi (in Italia, rispetto ad altri Paesi, l'acqua ha un costo bassissimo. Poche persone si prendono il disturbo di conservare un bene che sembra praticamente gratuito)

-investire per la manutenzione delle strutture idriche

-installare sanitari a bassi consumi (non vi siete mai accorti di quanta acqua viene giù quando tirate lo sciaquone del WC?? Andiamo, così è troppa. Salvo casi eccezionali^^)

-compiere piccole azioni quotidiane (quelle tipo "chiudere il rubinetto quando ti stai lavando i denti", "innaffiare il giardino di notte" e così via).



Bisogna passare all'azione!


fonti: Le Scienze, ottobre 2008
www.lescienze.it


music